6 Luglio – XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

+ Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12.17-20)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Lectio Divina

Il vangelo di questa domenica ci presenta il secondo invio in missione da parte di Gesù: il primo riguardava soltanto i 12, ora l’invito si estende a 72 discepoli. Luca ci aiuta a comprendere che la missione non riguarda soltanto una ristretta cerchia di persone, ma è responsabilità di ogni discepolo. Il numero 72 è una cifra simbolica: nel capitolo 10 del libro della Genesi rappresenta il numero delle nazioni del mondo: la missione è dunque universale, deve raggiungere tutti i popoli.

In questo brano gli inviati sono chiamati “discepoli”, cioè coloro che vivono la sequela di Cristo: si può annunciare l’avvento del Regno di Dio soltanto se prima si è fatta l’esperienza dell’incontro salvifico con il Figlio di Dio, imparando a partecipare alla sua stessa vita. I 72 sono inviati “a due a due”: la missione non è un cammino solitario, è testimonianza fraterna di una vita comunitaria. Inoltre, nel Primo Testamento, sono necessari due testimoni per validare la verità di una affermazione. A due a due è possibile condividere gioie e fatiche, speranze e dolori…

Gesù afferma che la messe è molta: nonostante il nostro sguardo possa spesso scivolare nel pessimismo, la realtà è diversa agli occhi del Signore. La messe è molta, mentre pochi sono gli operai, per questo è necessario che ogni missione nasca dalla preghiera.

L’immagine degli agnelli mandati in mezzo ai lupi ci richiama immediatamente all’immagine di Isaia 53, successivamente applicata a Gesù, definito “agnello di Dio”. La mansuetudine dell’agnello indica come i discepoli inviati in missione non debbano rispondere al male con il male, ma piuttosto annunciare il Regno attraverso la loro limpida testimonianza, con semplicità e sobrietà. I discepoli sono chiamati ad offrire a tutti la pace, senza alcuna pretesa o imposizione. Tuttavia questa mitezza non significa mancanza di fermezza: consapevoli del dono di cui sono portatori, i missionari non possono svilire la preziosità del loro compito. I destinatari dell’annuncio hanno una grande responsabilità rispetto all’accoglienza o al rifiuto dell’annuncio, che ci rimanda al tema della libertà personale di ciascuno.

I 72 ritornano dalla missione pieni di gioia: il loro annuncio ha dato grandi frutti e ne sono entusiasti. Tuttavia Gesù afferma che la vera gioia consiste nel fatto che i loro nomi sono scritti nei cieli, cioè che essi sono accolti da Dio, come dirà l’Apocalisse, i loro nomi saranno scritti “nel libro della vita” (Ap 3,5; 20,15).

In questa domenica possiamo entrare in preghiera immedesimandoci nei discepoli missionari, ma anche nei popoli destinatari dell’annuncio: quale volto di Dio ci si rivela? Come mettiamo in gioco la nostra libertà di fronte alla chiamata del Signore?

Buona domenica!

Sr. Emanuela Roberta

Monastero Santa Chiara – Lovere (BG)