+ Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Commento
Sono lusingato perché Gesù mi ha citato come esempio del regno: lo sapete che ha una predilezione per ciò che umanamente sembra insignificante; per questo è stato attratto dalla mia piccolezza.
Ma conosce bene anche l’esito del mio finire sotto terra: non una pianticella, ma un arbusto con tanto di nidi per volatili, una crescita esponenziale. E invita a credere che tale sarà la sorte del regno di Dio: guardando gli inizi, vediamo la sua vita travagliata fin dalla nascita, l’umile fatica di Nazareth, i suoi apostoli semplici pescatori, per finire poi anch’egli sepolto.
Ma il buio scompare alla luce sfolgorante della risurrezione, e inizia una nuova vita per l’umanità intera: un cammino ancora faticoso, ma con la garanzia di un pieno compimento.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2020” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano