25 novembre – Mercoledì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario – Pari

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Commento

Ho scritto queste parole di Gesù nel mio vangelo con convinzione, perché ero stato personalmente testimone della loro verità. Ricordavo la vicenda di Pietro e Giovanni, imprigionati dopo la guarigione dello storpio, che hanno testimoniato con franchezza, pieni di Spirito santo, di fronte al Sinedrio. Ripensavo a Stefano, animato dal medesimo Spirito, ucciso sì, ma entrato nel cielo che aveva visto schiudersi durante la sua passione. E soprattutto pensavo a Paolo, che ho accompagnato nella sua opera apostolica: è comparso di fronte al re Agrippa, ai governatori Gallione, Felice e Festo, al Sinedrio.

Quanto proclamava non era dettato da saggezza umana, ma erano parole di sapienza divina che lo Spirito in quei momenti gli suggeriva. E lo stesso può avvenire per noi, se ci fidiamo di Gesù.

Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2020” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano