+ Dal Vangelo secondo Luca (1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Commento
Quando la parola entra profondamente nella vita, e il verbo diventa carne, essa prende la forma e il dinamismo della pasqua.
«Andò in fretta»: è il verbo della risurrezione, del mattino di pasqua. La vita di Maria è quindi una pasqua in anticipo: ella diventa esperta in salite e trasforma la sua vita in dono, servendo e vivendo l’espropriazione come atteggiamento necessario per essere portatori del Signore, nel mondo. È l’esperienza della pasqua che fa diventare esperti in ascese, e ci consente di mettere mete alte nella nostra vita.
Non viviamo nella mediocrità, assumiamo l’atteggiamento dei viandanti per andare in alto e lodare Dio con tutta la vita.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2024” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano