+ Dal Vangelo secondo Giovanni (14,12-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome io la farò. Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi Io conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.»
Commento
San Bernardino da Siena, eloquente predicatore, diffuse con grande slancio la devozione al nome di Gesù. Quanto questa devozione fosse cara anche a san Francesco, lo possiamo comprendere dalla testimonianza di Tommaso da Celano. Nel racconto del presepio di Greccio, il biografo scrive:
Spesso, quando voleva pronunciare Cristo con il nome di Gesù, infervorato d’immenso amore, lo chiamava il Bambino di Betlemme, e quel nome Betlemme lo pronunciava come il belato di una pecora, riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto. E ogni volta che diceva Bambino di Betlemme o Gesù, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola.
Proprio la promessa di Gesù nel brano odierno del vangelo rende ragione di questa dolcissima devozione.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2021” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano