+ Dal vangelo secondo Luca (1,26-33)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Commento
Una delle grazie più grandi che può capitarci nella vita è di fare un pellegrinaggio in Terra Santa.
Calpestare con i propri piedi la terra dell’incarnazione è un’esperienza fortissima: la Terra Santa è il luogo fisico del vangelo. È un po’ come trovarsi immersi dentro il vangelo, vedere lo stesso cielo, ascoltare il frangersi delle stesse onde del mare di Galilea, gustare gli stessi sapori e odori… Sostando a Nazaret, nella o in prossimità della grotta dell’annunciazione, quando il flusso dei pellegrini non è eccessivo, di può sentire lo stesso silenzio in cui Maria era immersa quando nel suo grembo la parola si è fatta carne.
Si può sentire la sola risposta possibile a Dio che ci parla ora: Eccomi, si faccia di me secondo la tua parola!
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2023” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano