+ Dal Vangelo secondo Luca (7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Commento
Chi sono i figli della Sapienza?
Nella pagina odierna del vangelo secondo Luca Gesù risponde: coloro che sono stati capaci di riconoscere la sua venuta e la sua opera attraverso i segni che la vita di ogni giorno offre.
Sono coloro che si sono lasciati «pro-vocare» (cioè, alla lettera chiamare fuori) dal ritmo della vita, imparando a danzare con chi è nella gioia e di unirsi al dolore di chi è nella sofferenza e nel lutto.
I figli della Sapienza non continuano a mormorare e attendere un Messia che esiste solo nei loro pensieri, ma sanno stupirsi ogni giorno dei gesti d’amore di un Dio che non si stanca di venire in mezzo a noi per offrirci la salvezza.
Dal “Calendario del Patrono d’Italia 2020” – Ed. Biblioteca Francescana – Milano